4 aprile 2025: Coi nuovi germogli della primavera che celebrano il calore e il ritorno del sole in Vietnam, non vi era settimana migliore per essere invitati dalle autorità a salvare altri orsi. Alla velocità della luce, le conversazioni hanno lasciato posto all’azione, ed eccoci sulla strada per gli uffici governativi del Dipartimento di Tutela Forestale di Hanoi per incontrare i funzionari che avevano trasportato lì tre orsi da due diverse fattorie della bile, dopo che i proprietari avevano acconsentito a cederli.
Il team discute gli ultimi dettagli prima di avviare il recupero.
Le fattorie si trovavano nella ormai tristemente nota roccaforte dell’industria della bile – Phung Thuong, alla periferia di Hanoi – e tornare lì ancora una volta ci ha sollevato l’animo. Nei mesi precedenti, una ri-organizzazione dei dipartimenti governativi nel paese aveva ritardato questo tipo di salvataggi, ma ora possiamo essere ottimisti sull’impegno delle autorità a confiscare questi orsi e ad agire in linea con lo spirito del Protocollo d’Intesa che abbiamo siglato, per porre fine, insieme, alle fattorie della bile in Vietnam.
Il Responsabile del Dipartimento di Tutela Forestale (FPD) di Phung Thuong, il sig. Ha, saluta Jill, Heidi, Trinh e la squadra al loro arrivo presso la struttura dell’FPD che ospita gli orsi.
Al nostro arrivo, poco dopo le 7 di mattina, siamo stati subito accolti dallo straordinario sig. Ha, responsabile dell’Unità 5 del Dipartimento di Tutela Forestale, con un sorriso da orecchio a orecchio, nonostante lui e i suoi colleghi fossero stati di guardia agli orsi in ufficio per tutta la notte.
E mentre ci stavamo riprendendo dalla sorpresa, Heidi, la nostra Direttrice per il Vietnam, il nostro team di veterinari e addetti agli orsi, ed io, siamo stati invitati dal sig. Ha a conoscere gli orsi che per quasi 20 anni avevano languito nelle gabbie delle fattorie della bile.
Il nostro primo incontro con gli orsi nelle cure dell’FPD – Bud stava smaltendo l’anestetico usato per il trasferimento del mattino.
Alle sue spalle c’era la gabbia con un orso molto intorpidito dopo essere stato anestetizzato all’alba e trasferito qui dalla fattoria della bile. A prima vista aveva un aspetto sorprendentemente buono, ma sapevamo per esperienza di non dover essere troppo fiduciosi circa le loro condizioni di salute, considerando gli anni di estrazione della bile subiti. Eppure, abbiamo osservato con speranza quello che eravamo certi fosse un orso maschio – lungo e forte, con un bell’aspetto mascolino, e lo abbiamo battezzato Bud, in onore della rigogliosa crescita primaverile.
Alle spalle di Bud c’erano altre due gabbie contenenti due energiche femmine, che abbiamo rapidamente battezzato Bloom e Sprout, sempre per celebrare i nuovi inizi della primavera. Tutti e tre gli orsi erano ormai al sicuro nelle gabbie per animali selvatici del Dipartimento di Tutela Forestale, e il nostro team di veterinari e addetti agli orsi aveva l’arduo compito di trasferirli, coscienti, nelle nostre gabbie da trasporto in vista dei due giorni di viaggio su strada necessari per arrivare a casa.
Bud viene invitata a passare dalla gabbia dell’FPD alla gabbia da trasporto di Animals Asia da Tot, membro del team di soccorso, per affrontare il viaggio verso casa, a Bach Ma.
Sebbene sia stato necessario un bel po’ di tempo, Bud e Bloom sono stati convinti a passare nelle gabbie da trasporto dal nostro paziente e preparato team. Tot e Nhung sono stati straordinariamente calmi e professionali nel conquistare la fiducia degli orsi, con un pizzico d’aiuto offerto da golose cucchiaiate di salsa al caramello e purea di lamponi – e poco dopo sono stati caricati con attenzione sul nostro camion.Dopo essere passata nella gabbia da trasporto, Bloom viene portata fuori dall’edificio ed è pronta per essere caricata sul camion.
La povera Sprout, nel frattempo, si era eccessivamente stressata, e nonostante per ben due ore abbiamo cercato di incoraggiarla a spostarsi da gabbia a gabbia utilizzando quelli che sono sembrati interi caschi di banane tagliati a pezzetti, i suoi nervi hanno avuto la meglio e lei è rimasta fermamente inchiodata nella sua gabbia originaria. I veterinari Huong e Han hanno pertanto valutato se la gabbia delle autorità potesse essere abbastanza sicura per permetterci di nutrire e pulire Sprout durante il viaggio, e dopo il loro parere positivo abbiamo caricato anche lei sul rimorchio del camion.
Bloom viene portata verso il camion per il carico.
Poco dopo, abbiamo salutato il sig. Ha e gli altri funzionari, e ci siamo sistemati nel pullman pronti per seguire i nostri tre nuovi orsi verso la loro nuova casa, il santuario nel Parco Nazionale di Bach Ma nel Vietnam centrale.
Il camion di Animals Asia – uno spazio sicuro per il viaggio degli orsi verso casa .
I due giorni successivi sono passati in un lampo, mentre i nostri straordinari addetti agli orsi, coordinati da Thuy, la nostra responsabile del Santuario di Bach Ma, si fermavano ogni due o tre ore per dare da bere e da mangiare agli orsi, pulirli, prendere appunti su qualsiasi dettaglio unico per ogni individuo; registrare se mangiavano le crocchette o le avanzavano, quanto fossero calmi o reattivi, e magari ricordare se ad uno di loro piacessero le carote e ad un altro le pere. Appunti che non avrebbero solo aiutato durante il viaggio, ma preziosi soprattutto dopo l’arrivo al santuario, per agevolare le loro cure a lungo termine.
Lungo la strada vengono fatte delle tappe per nutrire e abbeverare gli orsi e assicurarsi che stiano bene.
Dal retro del camion potevamo sentire Bud che si muoveva ed emetteva forti vocalizzazioni, ora che l’anestetico era completamente svanito. La nostra veterinaria, Han, si era lanciata nella missione di determinare il sesso di quest’orso, ed era ormai abbastanza sicura che Bud fosse una femmina. A questa notizia ci sono stati diversi sorrisetti imbarazzati nel team, dato che questa meravigliosa e corpulenta orsa aveva ingannato quasi tutti noi.
La nostra orsa Bud al momento del carico.
Mentre sul percorso si susseguivano le pause-alimentazione, ci chiedevamo ogni volta a cosa pensassero gli orsi. In passato, nella fattoria della bile, le persone raggruppate attorno a loro spesso volevano significare solo una cosa – la dolorosa estrazione della bile. Ora, invece, le persone che si raggruppavano attorno a loro annunciavano solo voci gentili, ciotole piene d’acqua fresca e un goloso dipinto arcobaleno di dragonfruit, mele, carote, arance, banane, e crocchette.
Le tappe per accudire gli orsi in viaggio avvengono ogni due-tre ore.
Trovandosi sul fondo del camion, proprio dove si aprono i portelloni verso il mondo esterno, Sprout ha presto assunto il ruolo di guardiana del cancello – ed emetteva dei piccoli “huff” di avvertimento quando il nostro team di addetti agli orsi saltava delicatamente all’interno e iniziava a tagliare il cibo per loro. In pochi secondi, tre musetti curiosi erano rivolti verso i golosi odorini, come se qualcosa dicesse che queste strane ma allettanti delizie erano tutte per loro. I nasi esploravano, le ciotole di cibo si svuotavano, ed eccoci a festeggiare anche per il fatto che le loro cacchine fossero assolutamente normali!
Tutte le orse hanno cuscinetti secchi e spaccati dopo anni ad appoggiarsi solo sulle sbarre delle gabbie.
Le osservazioni iniziali hanno rivelato che Bloom aveva diverse ferite sulla testa dovute a precedenti sfregamenti sulle sbarre della gabbia della fattoria della bile, e tutte e tre le orse avevano i cuscinetti spaccati e secchi, dovuti ad anni trascorsi in piedi sulle sbarre della gabbia. I controlli veterinari che faranno in futuro riveleranno sicuramente di più, ma per il momento ci bastava sapere che erano vivaci, curiose, esuberanti – e vive.
Anche il secondo giorno continuavano a stare bene. Era chiaro che ci stessero ancora guardando con cautela mentre mangiavano, ma forse un pizzico meno sospettosamente di prima. Sapevamo che ci sarebbe voluto un bel po’ perché potessero fidarsi delle persone per la prima volta, ma nel frattempo ci godevamo lo spettacolo del vederle esplorare cibi che non avevano mai assaggiato prima. Sprout, ad un certo punto, ha tirato fuori sospettosamente dalla sua ciotola un pezzetto di dragonfruit, prima di appoggiarlo sul dorso della zampa. E ha iniziato ad annusarlo. Dopo un bel po’, rassicurata del fatto che quel bocconcino fosse davvero commestibile, lo ha ingurgitato con gusto. Non ho potuto fare a meno di sorridere, sapendo che quando avrà a disposizione queste leccornie ogni giorno, e riacquistato la sua fiducia, probabilmente diventerà più difficile ed esigente col suo cibo!
E cosa avranno pensato quando siamo scesi tutti dal camion? Niente aveva fatto loro del male e avevano le pance belle piene, prima che le porte del camion si chiudessero di nuovo e il borbottio della strada li cullasse nel sonno.
Bud, Bloom e Sprout arrivano al Centro Recupero Orsi di Bach Ma.
E finalmente, quella sera, siamo arrivati a Bach Ma – e ancora una volta mi sono chiesta a cosa stessero pensando. Da una squallida fattoria della bile in una rumorosa strada di Hanoi, alle foreste del Parco Nazionale, con il suo coro di colobine chiacchierone, i canti degli uccelli, e la bellezza e il profumo della natura tutto attorno.
Bloom entra nell’area per la quarantena di Bach Ma, dove le tre orse trascorreranno i primi tempi per abituarsi al nuovo ambiente.
Credo abbiamo tutti versato una lacrima quando la Responsabile per gli Orsi Ellie e il suo team hanno abilmente scaricato le orse dal camion e le hanno trasferite nell’area per la quarantena. Trascorreranno qui almeno 30 giorni, dove saranno accudite, comprese e amate, finché non verranno integrate con nuovi amici e potranno poggiare le loro zampe stanche di fredde sbarre su un soffice tappeto erboso.
Bud si sposta nella sua gabbia doppia per la quarantena – il primo passo sulla via della guarigione.
Nel corso di quei due notevoli ed emozionanti giorni, ho ringraziato il cielo per un team la cui sola preoccupazione erano quelle tre orse spezzate. Professionali, impeccabili e sempre sorridenti mentre univano le forze per portare al sicuro queste tre orse. Bud, Bloom e Sprout sono a casa.
E provo altrettanta, infinita gratitudine per tutti i dipartimenti governativi del Vietnam che stanno attuando alla lettera la legge e aiutando questi animali a muovere finalmente i primi passi che li porteranno fuori dalle fattorie della bile verso la libertà.
Grazie al Sig. Ha, al Sig. Linh e alla squadra del Dipartimento di Tutela Forestale di Phung Thuong, il cui instancabile lavoro ha reso possibile questo salvataggio.
E infine, ma non in ordine d’importanza, i nostri più profondi ringraziamenti a coloro che stanno leggendo questo blog e che ci hanno aiutati a raggiungere e salvare 703 orsi, e a coloro che ci aiuteranno a liberarne altri ancora. La promessa che abbiamo fatto insieme è sempre più vicina… perché nessun orso verrà lasciato solo.